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# 29 – I Sinistri Sei cavalcano ancora!

 

di Carmelo Mobilia & Mickey

 

Sto morendo.
Può darsi che me lo meriti, che sia giusto così.
Già non avrei mai dovuto nascere, sono un clone, sono stato creato come un'arma biologica.
Come se non bastasse, sono già morto una volta e, contro ogni logica, contro ogni legge di natura, sono stato riportato indietro, mi è stata data una seconda occasione.
Nessuno merita tanto. Nemmeno un eroe, se qualcuno mi definisce tale.
La prima volta sono morto per mano di Goblin.
Stavolta, perlomeno, racconteranno che ci sono voluti sei supercriminali per averla vinta su di me.

 

Rhino afferrò per i piedi il Ragno Rosso, che si dimenò come un'anguilla nelle mani di un pescatore, invano.  A mo' di straccio bagnato, venne scaraventato contro un muro della sala operatoria dismessa e mai utilizzata, con una forza tale da lasciarvi l'impronta.
Hobgoblin rideva selvaggiamente a questa vista.

 

Non me l'aspettavo, ma ora che sento di essere vicino a morire, il mio primo pensiero sei tu, David. Non t'ho visto nascere, mi son perso i tuoi primi passi e le tue prime parole, eppure sono bastati pochi mesi perché io arrivassi, senza rendermene conto, al punto per cui vorrei restare vivo solo per starti accanto e vederti crescere.


Boomerang gli lanciò contro una sua classica arma esplosiva, facendolo sbalzare via.

Mysterio si avvicinò al Ragno Rosso che stava cercando di rialzarsi. Gli sferrò un calcio nella pancia, dal basso verso l'alto, poi infierì calpestandogli la schiena e tenendolo fermo con il piede contro il pavimento, finendo per farlo rotolare con un ultimo calcio verso i suoi compagni di squadra.

 

E ripenso a te, Peter. A te a cui devo la mia vita, la mia esistenza, letteralmente. A te che hai sempre combattuto da solo contro i Sinistri Sei e te la sei sempre cavata. Sarà vero che una copia non potrà mai essere all'altezza dell'originale..?

 

Lo Scarabeo potrebbe finirlo, ma non può togliere questa soddisfazione alla sua compagna. Usa il suo esoscheletro per sollevare il corpo martoriato dell'arrampicamuri e assestargli un altro paio di pugni, prima di passarlo a Lady Octopus.
I tentacoli della Trainer si avvinghiano intorno ai polsi, alle caviglie e al collo del Ragno Rosso, stringendolo in una morsa letale capace di soffocarlo in meno di un minuto.
Il tessiragnatele incanala le sue ultime forze verso due dita e il polso della mano destra. Riesce a spingere il tasto del lanciaragnatele che evoca la tela d'impatto e riesce a spararne una verso il mento dell'avversaria, con l'effetto di avvilupparle la faccia e lasciarle allentare la presa il tempo necessario per fuggire.
Ignorando il dolore, il Ragno Rosso si impegna verso l'uscita più vicina. Il senso del pericolo è ancora offuscato dai miasmi di Mysterio, per questo non sente arrivare alle spalle una scarica del guanto di Hobgoblin.

Elisabeth, vorrei poterti dire di essere stato un buon compagno per te, ma sappiamo che non è così, ma devo ringraziarti per  avermi regalato la gioia di essere un padre.
Vincent, Paul... amici miei...  sono stato bene con voi, anche se per poco tempo.

I Sinistri Sei circondarono di nuovo il Ragno Rosso, riverso sulla soglia di una porta della sala operatoria dell'ex Public Service Health Hospital.
<Respira ancora, è tenace. Uccidiamolo> sentenziò Hobgoblin.

 

Ci siamo. E’ finita. Il mio ultimo pensiero non può che andare a te, Helen, amore mio...... grazie per ogni momento che abbiamo trascorso insieme.

Grazie per la tua infinita pazienza.

Grazie per il tuo amore, per i tuoi baci, per tutta la gioia che hai saputo regalarmi.

Perdonami per non essere stato capace di starti vicino quando hai sofferto.

Perdonami per non esserti stato fedele.

Perdonami per averti trascurato.

Perdonami per non aver saputo amarti come meriti.

Sei la cosa più bella che mi sia capitata in questa mia assurda vita.

 

Ti amo, ti amerò sempre.

 

Addio, amore mio.


Improvvisamente, calò l'oscurità. Era notte e non c'era corrente elettrica nell'ospedale abbandonato, ma il buio era talmente pervasivo che si notava la differenza.
<Ma che cazzo succede?!> imprecò lo Scarabeo.
<Mysterio, che cazzo combini?> lamentò Lady Octopus. Il suo rimprovero era indirizzato verso il nulla, perché non avrebbe saputo dove puntare lo sguardo verso il suo compagno di squadra.

Tutt'intorno era nero come la pece, non si vedeva letteralmente a un palmo di naso.
<Non guardate me, non c'entro niente> ammise perplesso il Signore delle Illusioni, tastando i comandi del proprio costume per verificare che non dipendesse da un guasto o un errore, ma è difficile quando non si riesce nemmeno a vedere le proprie mani e le proprie braccia.
<Non potrei guardarti neanche se volessi, maledizione>
<Non fatevi scappare il Ra....!> cercò di dire Hobgoblin, interrotto da un tonfo. Era stato travolto e il responsabile poteva essere solo uno. 

<Rhino!!!>
<Ok, forse conviene che mi fermi.>
Pian piano, la luce della luna e di lampioni lontani ricominciò a filtrare dalle finestre e dagli squarci nei muri del palazzo. Gli occhi dei criminali si riabituarono alla penombra, solo per avere l'orrenda conferma.
Non c'era più traccia del Ragno Rosso.
<Lo sapevo!!! Dannazione!!! Battete palmo a palmo l'edificio!> ordinò perentorio il Folletto e nessuno dubitò di non dar seguito alle sue parole. Ciascuno di loro era intenzionato - chi più, chi meno - a ritrovare l'avversario e a prendersi il merito di avergli dato il colpo di grazia.

Più tardi, in una casa abbandonata di North Beach.

 

Ben Reilly riaprì a fatica gli occhi tumefatti. La testa gli scoppiava ed era il minore dei suoi problemi. Lamentava dolori ovunque e il suo primo istinto sarebbe stato tornare tra le braccia di Morfeo.

<Sta riprendendo coscienza> sentì proferire da una voce femminile familiare, in parte ovattata per problemi alle orecchie.

<J... Je... Jessica..?> biascicò, ancora disteso su un letto.
<Ringrazia il cielo che la signora non ha una vera identità segreta> gli ribatté la voce roca di Wolverine, più lontana.
<Tranquillo. Piuttosto, ringrazia di essere vivo e ringrazia il Sudario> disse la Donna Ragno, mentre gli accarezzava la fronte.
Il Ragno Rosso si voltò e constatò che il vigilante in cui l’Uomo Ragno si era spesso imbattuto a era in piedi contro il muro, come a vegliarlo da lontano.
<Che cosa è successo..?>
<Qual è l'ultima cosa che ricordi?>
<I... Sinistri Sei... mi hanno teso un agguato, stavo... perdendo. Poi tutto è diventato buio, penso di aver perso i sensi...>
<Sì, sembravi già svenuto quando ti ho preso in braccio> raccontò Jessica Drew <ma se hai visto calare l'oscurità, e se siamo riusciti a svignarcela dai Sei, è tutto merito del Sudario>.

<Grazie di avermi... salvato. Come sapevate dove trovarmi..?>
<Come sai, ho i miei contatti nel mondo del crimine; stava circolando la voce dell'agguato che ti stavano tendendo. In più ho contatti anche con la Donna Ragno, che aveva perso tue notizie, e abbiamo fatto due più due, e siamo venuti in tuo aiuto.... giusto in tempo, pare.> spiegò l'incappucciato, con una voce che sembrava provenire dall'oltretomba, eppure rassicurante <Io vi ho forniti la copertura, mentre lei ti ha portato qui.>
Ben si trovava in mutande, ricoperto di bende e garze insanguinate, seduto su un vecchio materasso, circondato tra tre supereroi - per quanto nessuno di loro si sarebbe sentito calzare del tutto quell'epiteto.

La stanza non gli era nuova: se non era un’impressione dettata dalla confusione, avrebbe potuto giurare che era la stessa casa abbandonata dove l'aveva portato Eddie Brock.[i]

<Come... conoscevate questo posto?>

<Non ricordi?> disse la Donna Ragno <Hai borbottato questo indirizzo prima di perdere i sensi. Hai detto che era un posto sicuro. Ti abbiamo dato retta e poi abbiamo chiamato Wolverine.>

Mentre metteva insieme i pezzi nella sua mente confusa, un dettaglio gli tornò alla mente e lo fece sobbalzare.
<Levins!>
Mettendosi seduto di scatto, una costola rotta lo trafisse con un dolore pungente e contribuì a restituirgli un altro pizzico di lucidità. Si guardò intorno.
<Sta' giù, non sei in condizione di...> cercò di dire Jessica, premurosa, interrotta dal più cinico Wolverine:
<Levins cosa?>
<Steven Levins... è Hobgoblin, ora ne sono certo. L'ho chiamato così e non ha battuto ciglio. E il Signore del Crimine... dev'essere anche lui newyorkese. Ora tutto mi è chiaro!>

<Ne sei certo?> domandò il mutante canadese.

<Ma sì, sì, è senz’altro così! Pensateci...  hanno messo insieme questa squadra contro di me ...  tutti nemici abituali dell’Uomo Ragno. E’ da un po’ di tempo che ho notato in loro il ripetersi di un certo modus operandi tipico di alcuni criminali di New York ... all’inizio credevo in una coincidenza, ma adesso, con questa squadra, mi sono tolto ogni dubbio! Pensateci: con tutti i criminali che ci sono sulla piazza, perché andare a prendere proprio quelli?>

<Beh, potrebbe essersi semplicemente informato su quelli con maggior esperienza negli scontri contro l’Uomo Ragno> commentò il Sudario <Non è che le cose stiano necessariamente come dici tu.>

<No, me lo sento, sento di aver ragione: sono in realtà Levins e un altro criminale newyorkese. Non mi stupirei se sotto quella maschera ci fosse un volto noto all’Uomo Ragno!> esclamò il Ragno Rosso, convinto della sua intuizione.

<Che hai intenzione di fare con queste informazioni?> chiese Logan.

<Li sorprenderò. Sì, potrei affrontare i Sinistri Sei da solo, come fa l’Uomo Ragno, ma questa volta sarò io a tendere una trappola a loro. Farò il loro stesso gioco. Metterò su una squadra. Ho un paio di amici a cui chiedere una mano... e pensavo di contare anche sul vostro aiuto. Siete con me?>
<Certo> rispose subito la Donna Ragno.
<Puoi contarci, cocco.....  il fantasma del Professore mi perseguiterebbe dall'aldilà se allontanassi lo sguardo da una situazione del genere....[ii] inoltre, io e Jessica abbiamo un conto personale in sospeso, con Hobgoblin.> spiega Logan.
<Non hai neanche bisogno di chiederlo, ma mi accodo a Wolverine: che intenzioni hai, in concreto?> si sincera Maximilian Coleridge.
<Datemi un paio di giorni per riprendermi e mi rifarò vivo con i dettagli del mio piano, ok?>

 

Nel covo principale del Signore del Crimine, nel quartiere di Sunnydale.

<La storia si ripete. Sei contro uno non bastano, quando l'avversario è un Ragno> disse il boss della malavita di San Francisco, con un tono che non lasciava spazio a comprensione.

Era circondato da sei potenti super-criminali che avrebbero potuto ucciderlo facilmente, se solo si fossero messi d'accordo, e non aveva paura di rimproverarli come se fosse il loro tutore.
<La partita è stata truccata. Ci siamo confrontati e dev'essere entrato in scena quel Sudario, che tanto fastidio sta dando anche ai tuoi traffici. Il Ragno era alla nostra mercé.> spiegò ancora Hobgoblin, senza lagne.

La sua voce e la sua postura erano autorevoli, come di chi si ritiene un pari del proprio interlocutore.

<C'è sempre una scusa, un imprevisto a fare da capro espiatorio. In sei, e non vi siete accorti dell'arrivo di un altro vigilante! Mysterio, tu più di tutti mi hai deluso. Il Signore delle Illusioni giocato da un trucco del genere!> lanciò una frecciata il Signore del Crimine.
<Vorrei poter ribattere, ma non posso negare l'evidenza>
<Oh, perlomeno qualcuno che ammette di essere una nullità.>
<Non è tutto perduto: il Ragno Rosso era in fin di vita e, a meno che il Sudario o i suoi amici non abbiano qualche cura miracolosa, non può essere lontano. Sarà ancora debole e aspetta solo il colpo di grazia> si fece avanti Carolyn Trainer, pronta ad approfittare della confusione per prendere le redini del gruppo. Del resto, lei vantava il maggior movente per uccidere la sua nemesi.
<Solo parole, Lady Octopus. Finché non vedrò qui ai miei piedi il cadavere del Ragno, rosso del suo sangue piuttosto che del suo costume, non sarò soddisfatto. E presto saprete cosa succede quando non sono soddisfatto!> minacciò.

 

Casa di Hobie Brown, la sera dopo.  

 

Il Ragno Rosso era ben conscio dei problemi dettati dalla vita dietro la maschera. Per questo motivo, si ritrovava ad attendere, appollaiato e nascosto alla vista del vicinato, che Hobie Brown mettesse a dormire la prole prima di palesarsi nel modo più discreto possibile.
Bussando gentilmente alla finestra del bagno.

<Per tutti i..!!!> imprecò l'uomo, facendo cadere per terra lo spazzolino da denti a causa dello spavento.
<Sono mortificato, ma ho bisogno di parlarti in privato, magari sul tetto.>
<Ragno Rosso..? Come... Non puoi presentarti a casa mia così e...>
<Non lo farei se non fosse importante>.
Un minuto più tardi, un Hobie in vestaglia e pantofole aveva trovato una scusa per congedarsi da sua moglie e per presentarsi all'appuntamento.
<Muoviti, che fa freddo.>
<Freddo in California? Sei molto chic in déshabillé, ma col costume saresti stato al caldo> cercò di smorzare la tensione l'arrampicamuri.
<Muoviti> ribadì Hobie, e una sola parola fu sufficiente per rimetterlo in riga.
Il Ragno Rosso si schiarì la gola e raccontò che cosa era successo nelle ultime settimane.

<... ho messo da parte l'orgoglio e non voglio commettere gli errori dell'Uomo Ragno. Voglio agire in gruppo e ho bisogno di tutto l'aiuto possibile per rendere la pariglia al Signore del Crimine e ai Sinistri Sei. Ho bisogno di Prowler.>

<Non sono sicuro di poter essere d'aiuto contro avversari del genere. Né sono sicuro di volermi lanciare in una missione... suicida.>
<Se stai pensando da padre... fidati, ti capisco più di quanto creda> confidò, mettendogli una mano sulla spalla <Non vuoi rischiare di non vederli più crescere, lo so. Io penso che non devi neanche volerli veder crescere in una città in cui i super-criminali fanno il bello e il cattivo tempo. Abbiamo abbandonato New York anche per questo motivo... non vogliamo che San Francisco faccia la stessa fine, vero?>
<Hai... hai ragione.>
<Se può farti stare tranquillo, ci saranno pezzi da novanta ad affiancarci...>

Il giorno dopo, alla stazione degli autobus Greyhound.

Forse non lo avrebbe mai ammesso, ma Ben Reilly era piuttosto imbarazzato nell’aver chiesto aiuto all’ex nemesi dell’Uomo Ragno. Sì, è vero, l’ultima volta con quel nuovo Carnage Eddie Brock s’era comportato in maniera impeccabile, e aveva rischiato la propria vita per eliminare il simbionte alieno[iii]; sembrava fosse sincero nel suo percorso di redenzione, ma quante volte nel corso degli anni Venom era sembrato cambiato, divenuto buono per poi tornare ai vecchi vizi - l'eufemismo del giorno?  

Ma il nipote di May Parker credeva nelle seconde opportunità, e dunque anche il suo ex nemico meritava una chance di dimostrare di aver definitivamente abbandonato il “lato oscuro”.

<Ben arrivato, Eddie> lo accolse, una volta sceso dal bus con un pesante borsone tenuto dietro la spalla.
<Grazie, Benjamin.> puntualizzò Brock <Aver chiesto il mio aiuto significa molto per me. Vuol dire che stai iniziando a fidarti di me. Lo apprezzo molto.>

<No, sono io che apprezzo il tuo aiuto, Eddie. Sono in grossi guai e per come si sono messe le cose, avrai molte occasioni di, come hai detto l’ultima volta “smaltire il veleno dei tuoi peccati passati”.>

< Al telefono mi hai accennato del boss del crimine e dei Sinistri Sei, roba da Grande Mela. Dimmi di più...>

<Per quanto mi suona folle dire queste parole a voce alta... ti spiego tutto davanti a una tazza di caffé, seguimi.> gli fece cenno verso la tavola calda sul lato opposto della strada.

Casa Reilly, Forest Hills.


Se hai le chiavi di un'abitazione per concessione del suo padrone, non puoi sentirti di troppo se vieni beccato al suo interno. Se sei una specie di “ex-fidanzata-in-pausa-di-riflessione” e non hai trovato il tuo “forse-ex-ragazzo” in casa, magari sobbalzi quando senti suonare il campanello.
Helen Spacey appoggiò sul tavolo uno degli ultimi vestiti che stava piegando per andare, con passo felpato, a guardare dallo spioncino chi fosse sulla soglia.
Riconobbe un collega di Ben e decise di aprire, nel caso avesse qualcosa di importante da dire.
<Salve, agente Gonzales, posso aiutarla?>
<Salve, tu devi essere Helen, giusto? Sono passato a trovare Ben per vedere come sta. Ho provato ad avvisarlo della visita ma ha il telefono perennemente spento, mi stavo preoccupando.>
<Oh, gentile da parte tua. Purtroppo...>
La ragazza tentennò un attimo di troppo nel rispondere.

Non era nuova alle bugie: se devi nascondere al mondo di essere il clone di una donna morta e sepolta, devi imparare a mentire sin da quando sei uscita dal tuo utero artificiale.

Solo, si era trovata impreparata.

Se Ben si era dato malato al lavoro - per l'ennesima, sospetta volta -non era in casa ed era irrintracciabile, aveva la conferma che era in una qualche missione nei panni del Ragno Rosso.
<... sta dormendo, ha la febbre molto alta e non sarebbe in condizione di vederti. Né vorrei che ti beccassi anche tu quello che ha lui.> improvvisò, sciorinando un classico delle scuse da supereroe con superproblemi.
<Che cos'ha?> indagò Vin, da buon detective scettico.
<La febbre Q> sparò, in preda a una reminiscenza degli studi di Gwen Stacy. Il nome era evocativo, non aveva però idea di cosa fosse e nemmeno se fosse trasmissibile da uomo a uomo.
<Esiste?>
<Esiste, fidati. Ascolta, ti faccio richiamare appena gli scende la febbre e si riprende, ok? Sei stato gentilissimo a venire fin qui a trovarlo. Grazie.>
<Ok, prenditi cura di lui...> fece dietrofront Vin Gonzales, convinto fino a un certo punto.

Era uno sbirro, e pure bravo, e sapeva riconoscere quando qualcuno mente.

Era evidente, la bella morettina dagli occhioni blu nascondeva qualcosa.

Conosceva le statistiche: al di fuori del mondo criminale, la maggior parte degli omicidi hanno un movente passionale. Ben gli aveva accennato ai problemi con la sua ragazza, anche se non parlava volentieri della sua vita privata.
Non poteva escludere del tutto che in seguito a un litigio o una rottura Helen lo avesse fatto a pezzi e lo stesse seppellendo in giardino, no? Il suo istinto lo avrebbe spinto a tornare di sopra e torchiare la ragazza.... ma per quanto in crisi, Ben parlava sempre bene di Helen.

Ne era ancora chiaramente innamorato.

Volle concederle il beneficio del dubbio.
All'interno dell’appartamento, Helen Spacey tirò un momentaneo sospiro di sollievo.

Non le piaceva mentire, seppur per coprire l’assenza ingiustificata di Ben.

La visita dell’agente Gonzales voleva dire che Ben doveva essere sparito già da un po’.

Probabilmente era finito nei guai.  Forse era ferito... o magari, morto.

Scosse la testa come per allontanare quel macabro pensiero.

“No, Ben è un supereroe esperto. Sa come cavarsela. E San Francisco non è New York. Starà senz’altro bene” pensò.

Ma l’ansia iniziò a divorarla. Una sensazione che aveva dimenticato ma che era tornata prepotentemente.

Finì in tutta fretta di raccogliere le sue cose - il motivo principale per cui era passata -, lasciò un messaggio scritto a mano e mandò un messaggio sul telefono di Ben Reilly per avvisarlo di che cosa era successo.
Sperò li avrebbe letti quanto prima e sperò altrettanto di avere sue notizie quanto prima. 

La tentazione di rimanere in casa ad aspettarlo era forte.

In quel momento il clone di Gwen Stacy ebbe la certezza di come, nonostante i loro recenti problemi, lei lo amava ancora.

 

Nella casa abbandonata di North Beach.

Ben Reilly non avrebbe letto a breve il messaggio della sua ragazza perché impegnato a scrivere la storia del supereroismo di San Francisco.
Nell'aria c’era qualcosa di solenne e di incongruo  allo stesso tempo.
In una stanza mal messa, erano riuniti cinque figure in costume, a cui si unì un sesto personaggio mascherato che entrò arrampicandosi dalla finestra.
<Vedo che ti sei affezionato a questo posto, eh?> disse Eddie Brock all'indirizzo del Ragno Rosso, ignorando tutti gli altri presenti.
<E lui chi sarebbe? Il Ragno Bianco?> ironizzò Wolverine, bardato nel suo classico outfit giallo per l'occasione.
Ben Reilly sorrise dietro la maschera: era la stessa battuta che aveva fatto lui la prima volta in cui  aveva visto Eddie con quella calzamaglia bianca con il ragno nero sul petto e le lenti nere sulla maschera. I colori invertiti di quand’era un criminale, il simbolo della sua conversione.

<Ok, ci siamo tutti adesso. Signori, vi presento Venom. Ogni riferimento a personaggi già esistenti è puramente casuale> mentì spudoratamente <Preferiamo che la sua identità resti segreta; vi posso solo garantire che mi ha aiutato a fermare l'ultima incarnazione di Carnage ed è assolutamente affidabile. Garantisco io per lui.>
<Io sono la Donna Ragno> gli stringe la mano <Sono... intrigata da un nuovo esponente della nostra...  "grande famiglia" che non conosco.>
Jessica non manca di lanciare uno sguardo indispettito al Rosso.
Nel frattempo gli altri eroi si presentano, ognuno a modo suo.
Due di loro si limitano a una parola e un cenno della testa.
<Wolverine.>
<Sudario.>
L'ultimo ripristina una certa cordialità, con due parole in più e una mano tesa a salutare da lontano.
<Io sono Prowler> tagliò corto l’alter ego con maschera e mantello di Hobie Brown.
<Salve a tutti> replica laconico Venom.
<Bene. Ora che abbiamo fatto le dovute presentazioni, vi sarete resi conto che siamo in sei, proprio come i nostri avversari...>
<Non ci vuole Sherlock Holmes> rimbrotta Logan.
<Il mio piano vi sarà più chiaro, allora...>

 

Covo del Signore del Crimine, quartiere di Sunnydale.

<Per cosa ci hai fatto venire, Scarabeo?> andò al sodo Hobgoblin, spazientito.

<Porto notizie del Ragno Rosso>
<Finalmente, dopo tutti questi giorni potrebbe aver ripreso le forze!>
<Finalmente lo Scarabeo serve a qualcosa> si sovrappose la voce di Boomerang, insolitamente sarcastico.
<Modera i toni> la difese Lady Octopus.
<Sì, serviva una ragazza con una buona reputazione nel giro, che non si sappia ancora a chi è legata e che sappia lavorarsi voi porci con un paio di smorfie> rimbrottò Alexis <E il Ragno non ha affatto ripreso le forze, Folletto. Si sta leccando le ferite in una clinica clandestina fuori città.>
<Se esiste, non è gestita da noi.> rispose Hobgoblin
<Be', no, altrimenti non ci si sarebbe rivolto un supereroe. Vi dirò di più: pare che il Punitore gli faccia da guardia. Hanno provato ad avvicinarglisi perché un tale, Carlos Gutierrez, un trafficante latino, ha messo una taglia sul tessiragnatele, ma niente da fare, nessuno è riuscito ad avvicinarglisi.>  

<Il Punitore? Plausibile. Nonostante siano agli antipodi nei loro metodi, ha collaborato con l’Uomo Ragno per anni.> espresse perplessità Mysterio, con l'aria di chi sa di che cosa parla.
<Confermo> gli diede man forte Fred Myers, per darsi un tono da supercriminale navigato.
<Sì, anche di recente ha mostrato una certa solidarietà verso quell’aracnide>[iv] provò a spiegarsi Hobgoblin <Ma non potrebbe sopravvivere contro noi sei; è un semplice umano senza poteri, innesti o attrezzature speciali. Potremo prendere due piccioni con una fava e fare jackpot.>
<Sempre se lo Scarabeo ha saputo dov'è questa clinica dalla lingua lunga che si è lavorata.> stuzzicò ancora Mysterio, perplesso.
<Ho saputo dov'è, sì. Non sono io il capo qui, ma direi che se dobbiamo andare, dobbiamo farlo subito.>
<Andiamo a spaccare un po' di culi!> annuì Rhino, interessato alla baraonda che si prospettava.
Il silenzio di molti altri valse come assenso. Se avevano dubbi o paure sulla missione, non avevano la faccia di mostrarlo agli altri.
<Portaci lì.> sentenziò Hobgoblin.

 

Nella zona industriale di South San Francisco, Contea di San Mateo.

 

Arrivati in zona nel camion guidato da un galoppino del Signore del Crimine, i Sinistri Sei si lasciarono scaricare a mezzo chilometro dal punto indicato dall'informatore e, incuranti di andare in giro con il costume, incedevano per farvi irruzione.

Solo Hobgoblin si portò in avanscoperta con l'aliante, per tornare indietro una manciata di istanti più tardi con controverse notizie:
<Non vedo né il Punitore né altri movimenti dall'esterno.> annunciò, planando verso di loro.

<Aspettiamoci di provare a essere crivellati non appena mettiamo piede all'interno.> previde la già Dottoressa Octopus.

Un minuto più tardi, il gruppo fu davanti al plausibile ingresso, una grande portella scorrevole di notevole ampiezza.

<Stiamo perdendo tempo!> disse Rhino <Io entro!>
<Sì, così nel caso ci farai da scudo nel caso ci sia il Punitore ad armi spianate o qualche altra sorpresa> acconsentì il Folletto.

Il rinoceronte umano, incurante del potenziale pericolo, abbatté senza sforzo un muro della fabbrica, penetrando al suo interno.

Se era una clinica clandestina, era vuota. Negli immensi spazi abbandonati, i loro passi risuonavano, specialmente quelli pesanti del rinoceronte umano.
<C'è qualcuno laggiù> notò per primo Mysterio.
Al centro del complesso, troneggiava una barella, su cui era disteso il Ragno Rosso, attorniato da fleboclisi e monitor cardiaci.
<E' lui!> disse Rhino.
<Ma dove sono gli infermieri, i medici, i pazienti, le guardie..?!> iniziò ad allarmarsi Lady Octopus.   

<Siamo qui!> disse una voce alle loro spalle.
I Sinistri Sei si voltarono e si trovarono a fronteggiare Wolverine, la Donna Ragno, il Sudario, Prowler e Venom.
<Chi la fa l'aspetti> disse un'altra voce, ora alle loro spalle.
Il lenzuolo bianco della messinscena giaceva per terra e il Ragno Rosso stava incedendo verso di loro.
<E' una trappola!> urlò Rhino.
Persino lo Scarabeo si portò una mano alla fronte in risposta all'ovvietà, imprecando.

Sapeva che, se fosse sopravvissuta all'inevitabile scontro, le avrebbero fatto pagare il fatto di averli condotti dritti nello stesso tranello che avevano giocato al loro avversario.

 

Qualche giorno prima, in un vicolo sordido di San Francisco.

 

<... dirai che il tuo capo ha messo una taglia sul Ragno Rosso perché ha interferito una volta di troppo nei vostri loschi traffici. In realtà il Ragno Rosso è in un clinica clandestina nella periferia di South San Francisco> spiegava il Sudario, porgendo un foglio con appuntatovi un indirizzo e delle  coordinate <che però è presidiata dal Punitore, che sta tenendo lontano tutti gli aspiranti cacciatori di taglie. E' tutto chiaro o te lo devo ripetere una terza volta?>
Seamus "Goldie" O'Gilt non era sicuro di aver memorizzato ogni dettaglio, ma avere a che fare con il vigilante gli metteva addosso una certa inquietudine, come se da un momento all'altro potesse avvolgerlo per dar fede al proprio nome di battaglia.
<Chiaro, chiaro, ma non farmi mettere in mezzo il mio capo. Sono già in pericolo a lavorare con te, se metto in mezzo anche lui è la fine.>
<Hai il nome di un boss rivale credibile da tirare in ballo?>
<Gutierrez, della mafia latina. Anche lui sta avendo problemi con i vigilanti e ha abbastanza soldi da poter mettere una taglia.>

<Come preferisci, mi basta che sia credibile e che arrivi alle orecchie del Signore del Crimine o dei Sinistri Sei. Siamo intesi?>

<Va bene, ma ora vattene prima che ci vedano insieme.>

Industria dismessa di South San Francisco.

 

Nel giro di dieci secondi, le due formazioni furono l'una all'attacco dell'altra, senza badare a ulteriori convenevoli.

Il gruppo del Ragno Rosso aveva un vantaggio: aveva un piano.

Aveva concordato una strategia.

Per questo Wolverine puntò dritto verso Rhino, come da accordi.

<Tu sei abituato alle maniere dolci dell'Uomo Ragno e dei amichetti, cocco... ora ti faccio vedere come si fa sul serio!>
Con la sua scarsa altezza e la sua notevole agilità, Logan sgusciò tra le gambe possenti dell'avversario e gli spuntò alle spalle. Senza attendere oltre, sguainò i suoi artigli di adamantio, incrociò le braccia e le aprì tra le scapole di Aleksei Sytsevich, che lanciò un urlo disumano:
<AAAAARGH! DANNATO NANEROTTOLO! TI UCCIDERO’!!>  gridò furioso, dopodiché caricò con il suo consueto modo, travolgendo il mutante canadese e abbattendo un’altra parete, finendo dentro quello che era il locale pompe.
<Be', la situazione è degenerata in fretta..!>[v] commentò Ben Reilly, tra l'ammirato e lo sconcertato per la brutalità e la velocità dell'assalto.

L'arrampicamuri non poté poteva permettersi il lusso di distrarsi oltre, con un avversario come Hobgoblin.

<Ti credi tanto furbo, Rosso? Non saranno i tuoi amichetti a salvarti la pelle!>

<Buffo, stavo per dirti la stessa cosa...> disse con sarcasmo, poi balzò sul suo aliante per affrontarlo.

 

<Lasciami, stronza, è il Ragno Rosso che voglio!> gridava Carolyn Trainer, frenata dalla Donna Ragno appigliata a due sue tentacoli.
<Anch'io avrei voluto battermi col Dottor Octopus, che ci vuoi fare?>
Jessica Drew la strattonò a sé e la colpì con un pugno alla schiena.
L'avversaria tossì in risposta al collo, ma prese tempo facendo intorcinare le sue appendici all'impazzata, in modo da creare una sorta di scudo attorno a sé.

<Ti scuoierò, sgualdrina!>

<Carina. Hai studiato dalle suore per caso?> la schernì Jessica Drew, con l’intento di irritarla.

Quei tentacoli metallici erano però veramente pericolosi, dovette alzarsi in volo per evitare di essere colpita da essi.


Intanto, Venom stava cercando di occuparsi di Boomerang e Prowler dello Scarabeo, proprio come nel “copione” concepito dal Ragno Rosso. Mancava una coppia all'appello ma non era difficile dedurne la posizione. In fondo al capannone, si stagliava una coltre fitta di nebbia e oscurità.

Con il suo Senso di Ragno, per Eddie Brock era uno scherzo da ragazzi evitare le armi esplosive di Boomerang. Non era ancora riuscito, però, ad avvicinarsi abbastanza da metterlo fuori gioco.

Fred Myers grazie ai suoi stivali jet risultava essere inafferrabile.

Una volta a mezz’aria si voltò e lanciò contro di lui due boomerang esplosivi che, pur evitati grazie ai suoi riflessi, lo fece rovinare all'indietro grazie all'onda d'urto, e fece crollare parte del soffitto addosso a Eddie Brock.

<Ah! Sei un buffone, Ragno Bianco. Non sei agile come i tuoi amici aracnidi.> sghignazzò Boomerang spavaldo, convinto di avere ormai in pugno il suo avversario.

 

Hobie Brown si stava pentendo di non essere rimasto a casa; stava ancora giocando al gatto e al topo con uno Scarabeo femmina di cui nessuno aveva sentito parlare prima.

La donna cercava di colpirlo con delle scariche dai guanti, e Prowler stava dando il meglio di sé per non farsi colpire.

Non voleva né deludere le aspettative del Ragno Rosso, ma neppure tornare a casa in una bara.
"Ad ognuno di voi sarà assegnato un avversario a seconda delle sue caratteristiche" gli era stato detto dal Ragno Rosso durante il briefing “Loro non vi conoscono, ma io conosco loro. Vi svelerò ogni dettaglio sui loro poteri o armi e le loro caratteristiche di combattimento,  in modo da avere sempre una contromossa per ogni loro attacco” .

Ad ognuno era stato assegnato un avversario a proprio portata.

La lotta contro lo Scarabeo era una lotta tra esoscheletri e gadget. Si trattava dunque di dimostrarne la superiorità del proprio intelletto anche se, dentro di sé, non era sicuro che il lavoro di un genio come Abner Jenkins fosse inferiore al suo.

 

Avvolti da una nube oscura generata dal proprio potere, Sudario e Mysterio iniziarono la loro battaglia personale.

<Avrei dovuto capirlo che eri tu, la volta scorsa all’ospedale.> disse il criminale <Ma stavolta non mi farò cogliere impreparato... non importa se ti nascondi e non ti fai vedere, di certo non potrai sfuggire a QUESTO!!!! >

La sua boccia di vetro andrò in frantumi; i frammenti di vetro si tramutarono in pipistrelli che volarono all’impazzata; dai suoi piedi iniziarono a divampare fiamme indomabili e in men che non si dica si propagarono per l’edificio, mentre dal collo di Mysterio spuntò fuori la testa mostruosa di un demone.

<Benvenuto all’inferno...> disse con una voce da far rabbrividire chiunque.... chiunque tranne Sudario, che rimase impassibile all’incredibile spettacolo.

Il Ragno Rosso e Hobgoblin nel frattempo continuavano il loro combattimento.

<Non saresti dovuto venire in California, Levins. Sono stufo di te, della tua maschera, di queste stramaledette zucche e del tuo schifoso aliante! Ti sbatterò dentro una volta per tutte!!>

<Tu non farai nulla a parte morire, Ragno Rosso! Dici di essere stufo di me? Ah! Sei tu che sei per me una spina nel fianco da troppo tempo! Non c’è posto su questa terra per tutti e due!!! Devi morire, e devi morire ORA!> gridò Hobgoblin.

Mentre evitava i suoi colpi, la mente del Rosso notò che c’era qualcosa di strano, in quest’ultima affermazione.

<Non si tratta di “semplice” odio tra criminale e giustiziere. Sembra avere un motivo personale per avercela con me. Ma perché?> pensò Ben <Non ci siamo mai incontrati, prima che mi trasferissi a San Francisco e anche prima, le rivalità tra lui e l’Uomo Ragno era di tipo “professionale”. Dunque cosa può essere? Che mi stia sbagliando? Che non ci sia Steve Levins, l’ex Jack Lanterna, sotto quel cappuccio?> pensò, mentre compì un balzo per evitare l’ennesima bomba zucca.

 

I tentacoli della Dottoressa Octopus frantumavano i muri come se questi fossero di cartapesta, ma la Donna Ragno era un bersaglio che non riusciva a colpire. Non era abituata, la Trainer, ad affrontare avversari in grado di volare.

Furiosa, afferrò con un suo tentacolo un blocco di cemento e lo lanciò verso la sua avversaria: Jessica Drew lo evitò per un pelo ma i frammenti di calcinaccio le finirono negli occhi accecandola temporaneamente, dando a Lady Octopus finalmente l’occasione di colpirla.

Il tentacolo la fece cadere a terra, stordita.

Carolyn Trainer le si avvicinò per finirla quando alle sue spalle riapparve all’improvviso Wolverine.

<Ti offendi se mi intrometto, Donna Ragno?> si avvicinò l'X-Man.

Con rinnovata brutalità, Wolverine si lanciò tra le spire ad artigli sguainati. Incurante delle frustate, mandò un fendente dopo l'altro finché dei tentacoli non rimasero che dei moncherini, circondati da una miriade di sezioni cilindriche tranciate.

<Che... cosa... hai... fatto...> provò a dire la dottoressa Octopus, sotto shock.

<E di questo cosa mi dici?> insistette Logan, strappandole di dosso gli ultimi rimasugli del suo esoscheletro.

 <Vuoi favorire?>

<Se proprio insisti> acconsentì ancora la Donna Ragno, colpendo la Trainer con un morso della sua neurotossina che la mise KO.

<Grazie, Logan. Mi aveva preso alla sprovvista. Ehi, ma tu sei ferito...>

In effetti il mutante canadese portava sul suo corpo i segni di una brutale lotta.

<Mi rimetterò. Rhino era più tosto di quello che pensavo. Ma io ero meglio.>

<Lo hai....>

<Ancora respira. La regola di ingaggio era “non uccidere” no?>

 

Nel frattempo, Freddy Myers prese uno dei suoi bladerang con l’intenzione di finire Venom.

<Non dirmi che sei già morto, bello.> esclamò <Ti è andata male. Avresti potuto farla franca con uno degli altri, Ragno Bianco, ma io sono un professionista: me la sono vista anche con Hulk sai?> disse avvicinandosi minaccioso al corpo apparentemente privo di sensi di Venom; quando fu abbastanza vicino però Eddie Brock emerse dalle macerie e scattò con una rapidità tale da sorprendere Boomerang, afferrandolo per il collo.
<Il mio nome non è “Ragno Bianco> gli venne detto, mentre veniva sollevato come fosse una piuma e lanciato di testa contro la parete più vicina  <E’ Venom. Tienilo a mente la prossima volta, buffone.>

 

Avvolto dalle fiamme, ricoperto da serpenti che strisciavano lungo il suo corpo, Sudario non batteva ciglio. Iniziò ad avanzare a passo lento verso il suo avversario, incurante di tutto.

<Che l’abisso ti inghiotta!> gridò Mysterio e ad un suo gesto, il pavimento si aprì e sotto di loro creature mostruose dai denti aguzzi aprivano le fauci, pronte a divorare qualunque cosa.

Sudario continuò ad avanzare apparentemente nel vuoto, fino a farsi sempre più vicino.

<Cosa? M-Ma come puoi....> l’illusionista non sapeva che Sudario fosse cieco e usava altri metodi di percezione, e non poteva cadere vittime dei suoi trucchi.

<Niente ti spaventa quando hai abbracciato l’oscurità> si limitò a dire l’eroe in nero, poi iniziò a colpire Mysterio con una combinazione di mosse d’arti marziali, mandandolo al tappeto.

Non appena Mysterio fu sconfitto, tutto attorno a loro tornò alla normalità.

 

Dalle cartucciere che aveva sui polsi Prowler iniziò ad emanare una cortina fumogena, che presto lo avvolse togliendolo dal campo visivo dello Scarabeo.

<Ah, non crederai di sfuggirmi con questo trucco?> disse la donna <E’ vecchio come il mondo, non penserai che non sia attrezzata ad espedienti tanto banali?>  il suo casco attivò i raggi a infrarossi e immediatamente anche in mezzo a quella nube la donna poté vedere con chiarezza.

Ma Prowler nel frattempo era scomparso.

<Non ti puoi nascondere per sempre! Ti troverò! E quando lo farò... >

Ma non terminò la frase: Prowler s’era appeso al soffitto e non appena la donna volante gli fu sotto le planò addosso, attaccandole un minuscolo congegno tra le ali metalliche, poi balzò via.

<E quel colpo doveva fermarmi? Dovrai fare di meglio....>

Prowler pigiò un tasto sul suo polso e il chip elettronico che gli aveva piazzato emise una scarica EMP che mise fuori gioco l’armatura e fece perdere i sensi alla donna, che precipitò al suolo.

<Non ero certo che avrebbe funzionato, e invece....  1 a 0 per la squadra di casa.> esclamò Hobie, soddisfatto di sé.

 

Hobgoblin vide tutti i suoi alleati sconfitti. Non doveva andare così, pensò. Avrebbe potuto sconfiggere il Ragno Rosso da solo, ma gli altri cinque? Iniziò a venir preso dal panico.

Ormai le possibilità di vittoria erano sfumate, fuggire era la sua priorità.

Il Ragno Rosso intuì il suo piano.

<No, non te ne andrai! Non stavolta!> gridò, e placcandolo come un rugbista, lo fece precipitare dal suo aliante.

<Stavolta non fuggirai, bastardo!>  disse prendendolo a pugni <Questa volta no!>

Gli fu addosso, continuando a colpirlo.

<Basta Rosso, o finirai con l’ucciderlo. E’ svenuto. Hai vinto!>

Gli disse Prowler, riportandolo alla ragione.

Il Ragno Rosso cercò di calmarsi.

Finalmente il suo avversario era sconfitto ai suoi piedi. Gli altri eroi lo raggiunsero.

La Donna Ragno e Prowler erano i più curiosi.

<Avanti, è il momento.> disse Jessica Drew <Togligli la maschera.>

Il Ragno Rosso non se lo fece ripetere e tese la sua mano verso la maschera da folletto.

Quando gliela strappò però la sorpresa fu a dir poco enorme.

<NO! NON PUO’ ESSERE!> gridò il Rosso.

<Ehi.... quello non è Levins....> notò Wolverine.

<Lo conosci?> chiese Eddie Brock.

<Sì...>

Era così infatti. Anche con i lividi dovuti ai colpi ricevuti, riconobbe il volto di quell’uomo.

<Si.... il suo nome è Jack Morris.....>

 

 

CONTINUA!

Le Note

 

Con colpevole ritardo riprendono le avventure del Ragno Rosso!

 

In questo numero abbiamo visto una nuova e particolare incarnazione dei Sinistri Sei prendersela con il nostro eroe, che per l’occasione ha però messo su una squadra composta da tutti i comprimari apparsi nel corso della serie, con l’aggiunta della guest star Wolverine.


Il parallelismo con la Guerra Sinistra e la saga del Coordinatore sulle pagine di "L'Uomo Ragno" è evidente: dopo aver sconfitto Sinistri Sei e Sinistro Sindacato, nel gran finale (nn. 93-95) Peter Parker ha letteralmente smascherato il boss del crimine dopo mesi di tira-e-molla, scoprendo che si trattava di Roderick Kingsley, il primo Hobgoblin. Ironia della sorte ( e degli scrittori) la saga dei Sinistri Sei, per i tempi di pubblicazione che ha subito, si svolge in pratica contemporaneamente a UR MiT # 93/95.


Per la cronaca, al di là del prossimo episodio, le strade del Ragno Rosso, la Donna Ragno e il Sudario si re-incroceranno presto sulle pagine di Marvel Knights # 82/86.

 



[i] Nel numero 22.

[ii] Questo commento può voler dire due cose: che questa storia si ambienta prima di Gli Incredibili X-Men #37... o che Logan è incredibilmente bravo nel mantenere i segreti, compreso quello della resurrezione di Charles Xavier.

[iii] Sempre nel numero 22.

[iv] Nel num. 20.

[v] L'originale "Well, that escalated quickly" reso popolare dal meme rende meglio.